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Depressione e frustrazione non sono la stessa cosa, si può avere però uno stato d’animo con emozioni simili: tristezza, scoramento, apatia.

In questo articolo cercherò di farti riflettere su alcuni aspetti che riguardano emozioni, comportamenti e forse riuscirai a riconoscerle ed uscirne vincente.

Questo è stato uno degli articoli più difficili da scrivere per me, per tre motivi:                                                                            non sono una psicoterapeuta, posso parlare solo in base alla mia esperienza personale, il tema è davvero molto delicato.

Secondo l’attendibile statistica elaborata dall’Istat, in collaborazione con Eurostat, in Italia ci sono 2,8 milioni di depressi di cui la metà con depressione maggiore. Ne soffrono di più, anziani, donne, le persone meno colte e povere.

Leggendo questi dati, salta all’occhio come queste categorie abbiano qualcosa in comune, sono più soggette a non sentirsi realizzate. In altre parole, non hanno un sogno da realizzare o non sentono di poterlo concretizzare per mancanza di risorse.

Le risorse di cui abbiamo bisogno per l’autorealizzazione sono: energia fisica, pensieri costruttivi, denaro.

Forse per quanto riguarda il denaro qualcuno penserà che sia un po’ cinica, ma quando ti ritrovi a non poter aiutare qualcuno a cui vuoi bene o non avere i soldi per curarti, allora il cinismo scompare completamente.

Prima di iniziare a scrivere come blogger ho passato periodi di profonda solitudine. Con questo non intendo dire che non avevo nessuno con cui stare in compagnia. Semplicemente mi ero chiusa in una sorta di stanza del silenzio nella quale c’era solo l’eco dei miei pensieri.

Credo di avere sempre avuto nella mia vita questa caratteristica. Ho spesso alternato momenti di grande estroversione e creatività, a momenti di estrema introversione. A volte ho pensato di soffrire di depressione, successivamente avevo capito che erano momenti di calo energetico psicofisico.

Essere introversi può avere due aspetti completamenti opposti.

Si può preferire la solitudine per ritrovare nuove energie, idee, ritrovare in qualche modo se stessi,  oppure ci si può lasciare andare a pensieri distruttivi.

 In questo caso la cultura su alcuni temi che riguardano la crescita personale sono determinanti per direzionare i propri pensieri verso un miglioramento o viceversa, in mancanza di giusti strumenti di valutazione, verso l’autolesionismo.

Sarà capitato sicuramente anche a te di avere avuto momenti in cui  la mente era focalizzata sullo stesso problema, o peggio, aver avuto frequentemente lo stesso stato d’animo negativo che ti faceva vedere ogni situazione più ostile di quello che è era veramente.

Il mal vivere protratto per un tempo molto lungo si cronicizza, diventando una vera patologia da curare anche con i farmaci. Questo è il caso della depressione.

Le nostre emozioni sono un po’ come il nostro battito cardiaco, se guardiamo il grafico dell’elettrocardiogramma ci sono delle onde con delle punte più alte. Noi siamo “vivi” (metaforicamente) quando le nostre emozioni si fanno sentire.

Se abbiamo voglia di piangere, Piangiamo! Se non ci sta bene qualcosa e ci arrabbiamo, bene! Abbiamo il diritto di esprimerlo.

Adattarsi e accontentarsi a uno stile di vita che non ci procura stimoli ed emozioni vuol dire andare verso la morte.

La depressione è la morte dell’anima. Nessuno stimolo, nessuna emozione, nessun desiderio: un’esistenza senza significato.

Avrai capito quindi che quando abbiamo ancora emozioni che ci spingono a reagire non siamo depressi, abbiamo semplicemente bisogno di cambiare, di rinnovarci, di trovare soluzioni.

La prima cosa da fare urgentemente è prendersi cura del proprio corpo. Non mi stancherò mai di sollecitare tutti a provare l’esperienza della detossinazione e uscire all’aria aperta.

Tempo fa ho scritto un articolo sulla tristezza con i passaggi dettagliati per uscire dalla “crisi” e tornare ad avere le risorse per tornare più forti e pronti ad affrontare le sfide che la vita ci mette di fronte, penso potrà esserti molto utile.

Hai domande da farmi? Puoi scrivermi qui.

Finisco l’articolo con una frase di San Benedetto completa della parte migliore che spesso viene omessa, infatti recita: “Ora et labora et noli contristari in laetitia pacis!”, prega e lavora e nella gioia della pace non intristirti !

Io la interpreto così: “Agisci sempre per portare gioia in te, fallo come qualcosa di sacro e non scoraggiarti se qualche giorno le cose non andranno come volevi tu, andranno meglio domani!”

 

 

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